R O I S
MAPPE VIAGGI
Scattare una foto, raccontare della foto. Tu che leggi ti chiederai, ma dove si trova?
Senza pretese, pronte da leggere e andare, senza navigatore, solo un pizzico di avventura, e una spruzzata di probabili imprevisti. Questo è viaggiare. Un clic, un Moleskine, e una mappa.
SCRIVERE VIAGGIANDO
Lo scrivere, imprimere su di un moleskine un evento,una sensazione, un luogo.
Ho composto per ogni nostro viaggio un diario, dove ho annotato quello che vedevo tramite la scrittura.
Ho raccontato i luoghi con i nostri occhi. Ho scritto di posti particolari dove bisognerebbe andarci almeno una volta.
Certo sono solo frammenti di vita, briciole che possono arricchire un viaggio anche solo con la lettura.
IMMAGINI IN VIAGGIO
...proprio così, è un viaggio
fatto di immagini
delle nostre zingarate in giro
per il mondo.La foto, per chi la osserva per la prima volta,può far nascere curiosità,stupore, e tanto altro.Per noi che le pubblichiamo sono la nostra memoria,quella memoria che con gli anni può sbiadire può offuscarsi.
Le immagini sono la salvezza,amore per la scoperta.
Eravamo ancora fidanzati, e decidemmo di prendere un cucciolino
di cane. Era il 1978.Andammo al rifugio della nostra città, dove sapevamo ospitava molti cagnolini abbandonati. Arrivati tutti i battuffoli ci corsero tra le gambe, la scelta fu molto difficile.
Cadde su un pelosetto bianco e nero acciambellato in un angolo.
A quel punto volevamo condividere la nostra felicità, e lo portammo subito da alcuni amici i quali avevano un negozio. Appena entrati, tutti i clienti scapparono per la puzza che emanava il cucciolino.
Lo battezzammo Birillo perché faceva rima con tranquillo: per qualche giorno dormì di continuo, ma appena riprese le forze "il tranquillo" divenne un demonio pieno di energia e di vitalità.
Una sera Roberto, lo portò fuori, Birillo si dimenò così tanto da sgusciare, come una anguilla drogata, dalle possenti braccia del suo nuovo amico.Iniziò a correre, sembrava un gomitolo di lana cardato male.
Zizzagò sotto le macchine parcheggiate, attraversò la strada dribblando le auto in transito.Venti minuti di panico, e infine riuscì a bloccarlo.Il veterinario gli fece gli esami e la risposta fu che la birba aveva probabilmente inalato oppure mangiato del veleno.Roberto non capiva come fosse potuto accadere.
Con le cure riuscimmo a salvarlo, ma quella brutta avventura influì notevolmente sul suo carattere, lasciandogli degli sporadici episodi di crisi epilettiche che fortunatamente con il passare del tempo sparirono e lui crebbe, sano e forte.Fece parte della nostra famiglia per venti anni.
Alcuni episodi sono rimasti nei nostri ricordi e in quelli dei nostri amici.
Passavamo molte vacanze a Livigno, il letame era la condizione ideale per Birillo, si rotolava e poi correva.Prima di rientrare a casa bisognava lavarlo nella fontana sotto lo chalet, usavamo un sapone liquidi di nome "FA", il Birillo insaponato sembrava il cane di Hulk.Il manto, una volta lavato e spazzolato risultava, vaporoso e soffice. Si adagiava su qualunque superficie specialmente sull'abbigliamento, infatti abolimmo i colori scuri.Ne fece le spese anche il nostro orologio a cucù a cui giorno dopo giorno, a causa del suo pelo che fluttuava, bloccò il suo delicato meccanismo, mandandolo dall'orologiaio.Gli piaceva andare in moto: un pomeriggio, sempre a Livigno, una nostra amica lo vide sul balcone, noi eravamo in paese, si arrampicò fino alla balaustra, se lo caricò nello zaino e per finire
lo mise seduto sulla sella, con le zampe che abbracciavano la vita di suo marito.Man mano che passavano gli anni capivamo che Birillo stava invecchiando: non aveva più voglia di correre sul molo per poi buttarsi in acqua a recuperare il legno e poi riacquistare la riva e scuotersi sollevando l'ira generale dei bagnanti.Non aveva più le forze di cercare, sott'acqua il sasso appena gettato per farglielo trovare.Gradatamente perse l'udito e la vista.Doveva avvicinarsi alle persone per individuarne l'identità.Le scale erano oramai un lontano ricordo e prendendo l'ascensore, purtroppo, a volte, capitava di lasciare qualche pozzangherina, che immediatamente rimuovevo.I condomini ci riprendevano continuamente, naturalmente solo quelle persone che non avevano mai avuto un animale.
Finché d'autunno lo portammo dal veterinario perché avevamo capito che si era aggravato: infatti diagnosticò una metastasi.Nel frattempo traslocammo da un appartamento in centro a Milano senza verde, in una casa con giardino e un'area immensa per correre.Ma lui questa opportunità non riuscì a sfruttarla, il tanto agognato prato a disposizione non lo vide mai.Lo portammo nuovamente al controllo e a quel punto, nostro malgrado, suggerito dal veterinario, prendemmo quell'orribile decisione.
Fu terribile.Un amico a quattro zampe come Birillo non si dimentica.Ora, tra una lacrima e l'altra, posso solo raccontarvi le sue memorabili imprese che faranno sempre parte della nostra vita.La sua vitalità, la sua simpatia e la sua esuberanza rimane tutt'oggi nel ricordo delle persone che l'anno conosciuto.
Susan e Rolf
Quando Birillo se ne andò, visto l'immenso spazio a disposizione decidemmo di andare ancora al vecchio rifugio.Nel frattempo, il precario ricovero, divenne un bellissimo sito, dove gli ospiti erano decorosamente ricoverati in box coperti e puliti.Trovammo dei volontari molto disponibili.
La scelta anche questa volta fu molto vasta, e fu difficile prendere una decisione.
Insistetti, che in tutto quello spazio i cani potevano essere due,
infatti portammo a casa un maschiotto e una femminuccia.
Lei una meticcia, Susan, robusta tipo spinone, lui uno Schnauzergigante, Rolf.
Susan l'avevano abbandonata legandola al palo fuori dal canile invece Rolf l'avevano lasciato da cucciolo avvolto in un corta accanto alla loro porta.Entrambi vivevano nella stessa gabbia, quindi erano affiatati tra loro.Così iniziammo la convivenza con due cani di grossa taglia, non erano Lillo che lo si poteva sistemare da qualsiasi parte perché di taglia media, questi erano più ingombranti quindi le uscite con loro si diradarono.Arrivammo a casa, appena si chiuse il cancello, per fare i primi approcci legammo con il guinzaglio Rolf, il più imponente dei due, a un cestino; invece Susan la lasciammo libera.
Parcheggiammo l'auto in garage, ci voltammo e vedemmo entrambi i cani venirci incontro.
Quello fu uno dei primi disastri della tremenda Susan.Infatti lei non sopportava né di essere legata né di vedere il suo compagno legato, quindi in quell'occasione rosicchiò il durissimo cuoio del guinzaglio, lo sfilacciò e lo spezzò liberando il suo Rolf.Man mano che passava il tempo Susan si rivelò proprio dispettosa e testarda.Sfido chiunque a individuare il colpevole delle buche fatte in giardino, Susan era furbissima quando le faceva: andava a lavarsi nella vasca, cancellando così ogni traccia di terra sia sulle zampe che sul muso il quale risultava sempre ben pulito, e allora automaticamente la colpa ricadeva su Rolf, il povero sciocco, andava ad accucciarsi nella buca, e quindi era tutto sporco.Con questa convinzione andammo avanti per lungo tempo, fino a che un giorno riuscimmo a coglierla sul fatto.
Povero il mio cagnolone Rolf, era pacato equilibrato, era un giovane vecchio.La vasca dell'acqua era perennemente vuota, Susan faceva i bagni anche d'inverno.Diciamo che sono stati fortunati, hanno avuto un posto dove poter scorrazzare dove i pasti erano abbondanti, dove le cure e le coccole non sono mai mancate.Certo Birillo l'avevamo vissuto come uno di famiglia la perdita è stata molto sofferta, quando invece li hai in cortile la condivisione della quotidianità è poco sentita, ma comunque meglio di niente.La fiducia reciproca si cementò giorno dopo giorno.Arrivò il momento delle vacanze.
Li portammo in un Hotel a cinque zampe.Un vecchio maniero ristrutturato con prati a non finire.
Le cucce erano altissime e larghe. Chissà cosa pensarono.Le nostre vacanze erano fatte di tenda e sacco a pelo, era impensabile portarli con noi.Poi anche Rolf ci lasciò.Se ne andò come era nel suo carattere, senza disturbare nessuno.Lo trovammo nella sua adorata cuccia di legno con accanto Susan che lo vegliava.Dopo quest'altra ferita nel nostro cuore provvedemmo subito a colmare la solitudine di Susan.
Ci ripresentammo al cancello della "Lega del cane" dove la proprietaria conoscendo il carattere di Susan fece un breve profilo del futuro compagno.Il sabato mattina, la portammo al canile, e nel giardino dell'agility, la lasciammo libera di sceglierefra quattro cani maschi, e dopo una annusatina e una corsettina scelse il migliore del rifugio. Bello.
Bello alias Rex
Un magnifico esemplare di pastore tedesco alfa, di 3 anni robusto, sveglio, scattante con un mantello cioccolato con striature nocciola e sabbia e una cicatrice tra gli occhi che gli dava carattere.
Fra loro l'affiatamento fu immediato.Un giorno lo chiamai Rex, per via della somiglianza, e lui arrivò immediatamente.Fu Rex per sempre. Se Susan non arrivava lui andava a chiamarla e viceversa, uno controllava l'altro, affinità azzeccata.Da parte nostra, confrontandola con le precedenti esperienze, questa fu un pochino più impegnativa.Rex, i primi tempi, non si faceva accarezzare facilmente, era sempre Susan a farlo avvicinare a noi. Non potevamo toccagli neppure la coda, per non parlare del bagno. Mio marito, un uomo robusto, lo portò a farlo toilettare: nemmeno per sogno, non si voleva far mettere le mani addosso da nessuno, quindi lo riprese e con molta fatica lo lavammo noi.
Fu il susseguirsi dei giorni messi uno di fianco all'altro a farci instaurare quella che fu una salda unione per moltissimi anni.La pallina era da sempre la sua valvola di sfogo, le distruggeva tutte, di qualsiasi lega, riusciva sempre ad appiattirle come delle vecchie lattine.Il problema che una volta ridotte così con la sua zampona le scuoteva, ma naturalmente non rotolavano più e allora deluso, le abbandonava sul prato.Susan invecchiava e i bagni nella vasca non li faceva più.In una mattina di un afoso luglio, poco prima delle nostre ferie, ci lasciò.Aveva quindici anni. Dieci passati con noi al riparo da cattiverie, con abbondati pasti e coccole e con due splendidi compagni: Rolf e Rex.
E rieccoci ancora nel tunnel della perdita affettiva, lei come per gli altri provocò in noi un senso di ingiustizia.I nostri amici non possono stare sempre al nostro fianco, camminare con noi per la vita.
Quindi Rex, ora mansueto e giocherellone aveva bisogno a sua volta di una nuova sposa: non si poteva lasciarlo solo, abituato a una vita a due.Come la volta precedente la Sig.ra Rossi stilò il profilo per una nuova compagna. Rex scorazzò nel giardino delle promesse, tra una bassottina festosa, una palla di pelo e una magnifica rottweiler timida, scelse, dopo una timorosa leccatina Sandy che lo seguì.
Sandy
Una timodona, aristocratica con il pelo da pastore maremmano il profilo da tedesco, e il carattere da cerbiatto.Fu amore a prima vista, dove c'era lui c'era lei, Sandy istigava Rex ad abbaiare e a correre.
Quando si giocava con la pallina, incredibilmente la riportava indietro al contrario di Rex.
Per lui arrivò la displasia dell'anca.La combattemmo somministrandogli pastiglie, imparammo a fare le punture, lo imboccammo con la cannuccia, fino a quando una mattina lo trovammo sdraiato sulla sua coperta a scacchi, senza più respiro.A questo punto portammo Sandy in casa, pensavamo, dandogli più affetto non avrebbe sentito la mancanza del suo compagno.La perdita del suo sposo si fece sempre più evidente: diventò apatica e triste, le coccole non bastavano più.Erano le 16,20 e mio marito mi chiamò in ufficio dicendomi che stava portando Sandy dal veterinario, e mi sottolineò che stava male.Arrivai in un baleno, lei era in braccio a Roby, mi guardò, poi chiuse gli occhi per sempre.Accipicchia che colpo!!! Fu anche questo un momento veramente terribile, che ancora adesso che lo sto scrivendo mi scende qualche lacrima.Il veterinario non capì la motivazione della sua morte, perché era in buona salute. Se ne andò e basta.Scarichi. Eravamo scarichi, vuoti e persi. Non passò molto dalla decisione di ricominciare tutto daccapo, nonostante la nostra età.Il cancello si riaprì nuovamente, ma con la promessa di portarne a casa solo uno.Al canile non c'era nulla che facesse al caso nostro. C'erano tanti cagnetti di piccola taglia.La mitica Sig.ra Rossi, fece un paio di telefonate e ci informò che c'era una meticcia fatta proprio per noi.Andammo fino ad Alessandria a prendere Shana.Non aveva neppure una sua foto, andammo sulla fiducia.Ci accolse una ragazza, che in una villa palladiana con tanto di giardino, ora ridotto a una marea di buche, accudiva un centinaio di cani, tutti bianchi.Non ci fece entrare, dal cancello chiamò Shana e lei scodinzolante arrivò.Bella, anzi, bellissima, con il suo pelo vaporoso e color antracite si differenziava dagli altri. Taglia media, manto impalpabile e due occhi arancioni, questi occhi ci catturarono immediatamente, e la portammo subito a casa.Ci raccontarono che la sua storia iniziò nella lontana Puglia dove fece anche un figlio di nome Luca.Poi venne adottata da una famiglia milanese, ma poi per motivi logistici, dopo qualche giorno la riportarono al canile, il quale era pieno di cagnolini arrivati dal sud e la diedero in affidamentoad una fiduciaria della Lega protezione animali di Alessandria.E iniziammo un'altra avventura.Le insegnammo a fare le scale, a prendere l'ascensore, ad affrontare il temporale e a mangiare senza il terrore negli occhi.Infatti nel giro di breve tempo da dodici chili arrivò al peso giusto di trenta.La Sig.ra Rossi, nel frattempo, ci chiese se potevamo adottare a distanza un loro cane.Andammo per la scelta dell'adozione.In una gabbia in disparte c'era un cane alto snello e con un muso affusolato e due occhioni tristissimi.Non abbaiava, non muoveva un muscolo.La nostra scelta cadde su di lui, Goku.Per un paio di sabati andammo a portarlo a fare i giri, ma la Signora Laura, furba sapeva che non avremmo resistito dalla voglia di portarcelo via.infatti ora vive con noi, anche lui arriva dalla stessa regione. Una storia di abbandoni e ritrovamenti sulle ferrovie pugliesi. È un meticcio slanciato, mescolato tra un rottweiler un pastore tedesco e una gamba del tavolo. Insomma il Goku, un anima a parte, diversa da tutti gli altri, intelligente, ma anch'esso pieno di se e di ma.
Le nostre ventotto zampette in cerca d'amore spero si siano trovate bene nella nostra famiglia.
Isabella e Roberto
Birillo.
Rolf.
Susan.
Rex.
Sandy.
Shana.
Goku.
I NOSTRI HOBBY CREATIVI
Di seguito la nostra vetrina sul mondo. Ci piaceva poter condividere con il web i nostri
oggetti, tutti completamente fatti a mano. Per ogni oggetto troverete una descrizione e l’impiego dello stesso. È ovvio che essendo pezzi unici, non possono essere identici, perché appunto creati uno alla volta, con pazienza e passione. Se nel vederli poi vi arrivasse qualche idea, non fate altro che contattarci il Vostro progetto lo realizzeremo insieme.
BUTTA UN OKKIO
...se siete arrivati fino a qui vi ringraziamo con questo ultima chicca Buttate un occhio dentro questa stanza e troverete delle piccole storie della nostra vita.
SARTISA
ROIS