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       MAPPE VIAGGI

 

​​Scattare una foto, raccontare della foto. Tu che leggi ti chiederai, ma dove si trova?
Senza pretese, pronte da leggere e andare, senza navigatore, solo un pizzico di avventura, e una spruzzata di probabili imprevisti. Questo è viaggiare. Un clic, un Moleskine, e una mappa.

 

​SCRIVERE VIAGGIANDO
 

Lo scrivere, imprimere su di un moleskine un evento,una sensazione, un luogo.

Ho composto per ogni nostro viaggio un diario, dove ho annotato quello che vedevo tramite la scrittura. 

Ho raccontato i luoghi con i nostri occhi. Ho scritto di posti particolari dove bisognerebbe andarci almeno una volta.

Certo sono solo frammenti di vita, briciole che possono arricchire un viaggio anche solo con la lettura.

           IMMAGINI IN VIAGGIO

 

​​...proprio così, è un viaggio

fatto di immagini
delle nostre zingarate in giro

per il mondo.La foto, per chi la osserva per la prima volta,può far nascere curiosità,stupore, e tanto altro.Per noi che le pubblichiamo sono la nostra memoria,quella memoria che con gli anni può sbiadire può offuscarsi. 
Le immagini sono la salvezza,amore per la scoperta.

Titolo

L'arminuta

Autore

Donatella di Pietrantonio

Genere narrativa domestica e formazione

Edito Einaudi

Pag. 178

 

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  I NOSTRI HOBBY CREATIVI

 

Di seguito la nostra vetrina sul mondo. Ci piaceva poter condividere con il web i nostri

oggetti, tutti completamente fatti a mano. Per ogni oggetto troverete una descrizione e l’impiego dello stesso. È ovvio che essendo pezzi unici, non possono essere identici, perché appunto creati uno alla volta, con pazienza e passione. Se nel vederli poi vi arrivasse qualche idea, non fate altro che contattarci  il Vostro progetto lo realizzeremo insieme.

 

     BUTTA UN OKKIO

 

...se siete arrivati fino a qui vi ringraziamo con questo ultima chicca Buttate un occhio dentro questa stanza e troverete delle piccole storie della nostra vita.

 

Questa è un’opera che spicca nel mondo editoriale non solo perché ha ricevuto premi e di solito. Va da sé che sia un libro da leggere, ma anche perché una moltitudine di lettori lo ha elogiato.


 

Inizia con l’avventura di una tredicenne portata in un appartamento mal arredato in città. Dove vive una famiglia numerosa composta da un padre manovale, due figli maschi di cui uno quasi maggiorenne, una madre affranta dalla situazione disagiata e una ottenne dagli occhi furbi e dalla lingua tagliente, Adriana.

Già, l’entrée non è delle più semplici, perché si incontra

la tredicenne e la sua speranza nell’uomo che l’ha accompagnata e che ha chiamato fino a poco prima papà la venga a riprendere. 

Ci pensa, si strugge del perché viene affidata a questa famiglia. Lei che andava a danza, frequentava le migliori scuole e serenamente passava i pomeriggi a studiare con Patrizia. Quel perché dell’abbandono se lo porterà per tutta la storia, fino all’epilogo all’italiana.


 

Arriva con una valigia e un sacco contenente delle scarpe tutte ammucchiate. Non le importa dove appoggiarle, ora si sente smarrita, senza nessun punto di riferimento. Passano i giorni e a volte per ritrovare una bolla di felicità, pensa alla sua vita precedente. Allora va alla ricerca in quel sacco abbandonato in stanza e ne estrae le scarpette da ballo.

Le annusa, le accarezza.


 

Cerca l’odore spensierato dei piedi di una volta.”


 

Ora la quotidianità è difficile. Per fortuna in questa avventura trova nella sorellina Adriana una roccia e le si aggrappa come una cozza utilizzando il proprio bisso.


 

Nella complicità ci siamo salvate


 

L’autrice non è digiuna da queste emozioni, ha al suo attivo molte storie, tutte avvolgenti e intrise di sentimenti. 


 

Il tratto narrativo è scorrevole, solo in alcuni punti si incespica a causa del dialetto abruzzese. Comunque fa parte del profilo dei personaggi che hanno aiutato a caratterizzarli. Alla fine credo che il migliore sia quello di Adriana, che ha trovato una sorella, un innato affetto materno, quello che nelle altre due manca perché piatte e prive di ogni sentimento e della speranza che assieme possano costruirsi un futuro migliore.


 

Le descrizione sono una pittura fresca di quegli ambienti

dove la miseria va a pari passo con il degrado. Dove per emergere a volte bisogna passare da strade poco pulite.


 

Concludendo

Credo sia un po’ sopra le righe. C’è emozione, ma poteva essercene di più se l’autrice fosse stata più convincente nel presentare la madre vera e l’altra che a mio avviso poteva avere un maggior risalto nella storia. Così da metterle a confronto. Come ho scritto sopra, tratta molti argomenti, ma nessuno approfondito. Il padre vero sembra manesco, il fratellone che la guardava con occhi esterni e non di famiglia. Anche l’epilogo mi è sembrato debole. Un’opera che a me non ha lasciato il segno. Per terminare, una riflessione sul genere che dal mio punto di vista è oramai sfruttato.


Per quei lettori a cui piacciono storie italiane.


Per quelle persone che gradiscono una lettura di formazione

e differenze sociali.

 

Per il tappeto sonoro, è difficile poterne stabilire uno.

Credo che una musica minimalista sia perfetta. 


 


Nel prossimo libro/podcast presenterò:

 

La biblioteca dei mille libri 

di 

Irfan Master 

Gujrat India 1947 


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Sinossi presa dal web

 

Ci sono romanzi che toccano corde così profonde, originarie, che sembrano chiamarci per nome. È quello che accade con "L'Arminuta" fin dalla prima pagina, quando la protagonista, con una valigia in mano e una sacca di scarpe nell'altra, suona a una porta sconosciuta. Ad aprirle, sua sorella Adriana, gli occhi stropicciati, le trecce sfatte: non si sono mai viste prima. Inizia così questa storia dirompente e ammaliatrice: con una ragazzina che da un giorno all'altro perde tutto – una casa confortevole, le amiche più care, l'affetto incondizionato dei genitori. O meglio, di quelli che credeva i suoi genitori. Per «l'Arminuta» (la ritornata), come la chiamano i compagni, comincia una nuova e diversissima vita. La casa è piccola, buia, ci sono fratelli dappertutto e poco cibo sul tavolo. Ma c'è Adriana, che condivide il letto con lei. E c'è Vincenzo, che la guarda come fosse già una donna. E in quello sguardo irrequieto, smaliziato, lei può forse perdersi per cominciare a ritrovarsi. L'accettazione di un doppio abbandono è possibile solo tornando alla fonte a se stessi. Donatella Di Pietrantonio conosce le parole per dirlo, e affronta il tema della maternità, della responsabilità e della cura, da una prospettiva originale e con una rara intensità espressiva. Le basta dare ascolto alla sua terra, a quell'Abruzzo poco conosciuto, ruvido e aspro, che improvvisamente si accende col riflesso del mare.

Qualche informazione sull'autrice

 

Donatella Di Pietrantonio vive e lavora a Penne, in Abruzzo. Con L'Arminuta (Einaudi 2017, tradotto in piú di 30 Paesi) ha vinto numerosi premi, tra cui il Premio Campiello, il Premio Napoli e il Premio Alassio. Per Einaudi ha pubblicato anche Mia madre è un fiume (prima edizione Elliot 2011), con cui ha vinto il Premio Tropea, Bella mia (prima edizione Elliot 2014), con cui ha partecipato al Premio Strega 2014 e ha vinto il Premio Brancati, Borgo Sud (2020), finalista al Premio Strega 2021, e L'età fragile (2023). Per la sceneggiatura del film L'Arminuta di Giuseppe Bonito ha vinto il David di Donatello insieme a Monica Zapelli.