R O I S
MAPPE VIAGGI
Scattare una foto, raccontare della foto. Tu che leggi ti chiederai, ma dove si trova?
Senza pretese, pronte da leggere e andare, senza navigatore, solo un pizzico di avventura, e una spruzzata di probabili imprevisti. Questo è viaggiare. Un clic, un Moleskine, e una mappa.
SCRIVERE VIAGGIANDO
Lo scrivere, imprimere su di un moleskine un evento,una sensazione, un luogo.
Ho composto per ogni nostro viaggio un diario, dove ho annotato quello che vedevo tramite la scrittura.
Ho raccontato i luoghi con i nostri occhi. Ho scritto di posti particolari dove bisognerebbe andarci almeno una volta.
Certo sono solo frammenti di vita, briciole che possono arricchire un viaggio anche solo con la lettura.
IMMAGINI IN VIAGGIO
...proprio così, è un viaggio
fatto di immagini
delle nostre zingarate in giro
per il mondo.La foto, per chi la osserva per la prima volta,può far nascere curiosità,stupore, e tanto altro.Per noi che le pubblichiamo sono la nostra memoria,quella memoria che con gli anni può sbiadire può offuscarsi.
Le immagini sono la salvezza,amore per la scoperta.
I NOSTRI HOBBY CREATIVI
Di seguito la nostra vetrina sul mondo. Ci piaceva poter condividere con il web i nostri
oggetti, tutti completamente fatti a mano. Per ogni oggetto troverete una descrizione e l’impiego dello stesso. È ovvio che essendo pezzi unici, non possono essere identici, perché appunto creati uno alla volta, con pazienza e passione. Se nel vederli poi vi arrivasse qualche idea, non fate altro che contattarci il Vostro progetto lo realizzeremo insieme.
BUTTA UN OKKIO
...se siete arrivati fino a qui vi ringraziamo con questo ultima chicca Buttate un occhio dentro questa stanza e troverete delle piccole storie della nostra vita.
SARTISA
Copertina: Le foto color seppia mi hanno sempre attirato. Questa in particolare ha come soggetto una maestosa costruzione con un albero capovolto. Osservandola bene quell'imponente struttura l’ho riconosciuta.
È la stazione Centrale della mia Milano.
Impresa colossale. La ritengo tale perché, anche conoscendo la storia della stazione con le verità e leggende, l’autore è riuscito a raccontarla in modo energico, e arguto. Argomentando fatti e vicende, tra realtà e la fantasia. L’autore con le sue minuziose descrizioni è riuscito a farmi entrare nelle viscere di quel luogo, accessibile a pochi.
Si trovano molti argomenti meritevoli di riflessione.
Mi sono imbattuta, poi nel sovrannaturale, che nel genere poliziesco non dovrebbe esistere, scoprendo poi che questo libro ne contiene molti, spazia tra giallo, il thriller, il paranormale, l’avventura e altro. Gli avvenimenti si susseguono, incalzano, tra i corridoi bui, tra rotaie abbandonate e vagoni in disuso. Tutto ciò fa lievitare l’ansia e l’attesa, di sapere, di scoprire. Il narrare è fluido, semplice, ed è proprio grazie anche alla sua schiettezza che le pagine, che a destra risultavano una montagna, velocemente si accatastano verso sinistra, arrivando senza più fiato all’epilogo.
Gli attori che ruotano attorno a questa storia sono molti. Ognuno con il profilo adatto al ruolo, ognuno che recita perfettamente la propria parte. Gli interpreti principali sono Laura personaggio femminile che arriva in punta di piedi, e Riccardo Mezzanotte poliziotto assegnato, per punizione al distretto della stazione centrale, spostato perché ha fatto il suo dovere. Ha denunciato dei colleghi corrotti. Come in ogni scritto anche qui ho trovato qualche dialogo, un pochino scontato, ma osservando l’insieme, credo che anche quelli più semplice e ovvi facciano parte della vita.
Quando leggo un libro mi piace estrapolare qualche frase che mi ha particolarmente colpito.
“Aveva una nuova pista, a quanto pareva, anche se talmente esile da non poterci appendere una piuma.”
“Aveva iniziato una nuova vita sotto un cielo di pietra.”
questa frase è atroce, nel contesto del capitolo la si assorbe in maniera terrificante.
“Se non puoi occultare la verità, rivestila di talmente tanti strati di menzogna da renderla irriconoscibile.”
Che dire... una lettura davvero da non perdere. Letto in cinque giorni. Se fosse una ricetta lo paragonerei come le lasagne della domenica fatte dalla mamma.
ROIS
MORIRE TI FA BELLA
di
Stefania Crepaldi
Titolo Morire ti fa bella
Autore Stefania Crepaldi
Genere Giallo
Pagine 266
Editore Salani
Copertina.
Alla prima occhiata pare, ma non è.
Trama presa dal web
Esiste il lavoro dei sogni, e poi esiste il lavoro che il destino decide per te. Fortunata vorrebbe fare la pasticciera e, quando può, si rifugia nel laboratorio di Mario, un amico che le insegna l’arte dei dolci. Suo padre Emilio, però, è il titolare di un’agenzia di pompe funebri, e per mandarla avanti ha bisogno di lei, del suo talento nella preparazione dei defunti. Sempre a contatto con la morte, di cui si prende cura nel migliore dei modi, Fortunata insegue la vita e non chiede altro che essere libera di scegliere il proprio futuro. Ma cosa succede quando il destino si mette di traverso? Il rampollo di una dinastia di gioiellieri precipita da un palazzo veneziano. Un suicidio, o forse un tragico incidente. Il colonnello della guardia di finanza Dante Braghin ha più di un dubbio e chiede a Fortunata di esaminare il cadavere: il suo occhio sa notare dettagli che potrebbero sfuggire anche al miglior anatomopatologo. Suo malgrado, la ragazza verrà così coinvolta in un’indagine pericolosa, quando l’unica cosa che vorrebbe è creare torte e portare dolcezza nella vita delle persone. Sullo sfondo suggestivo della laguna di Chioggia e delle calli affollate di Venezia, Stefania Crepaldi costruisce una storia di straordinaria freschezza, che unisce i toni del giallo a quelli del black humour, dando vita a una serie di personaggi difficili da dimenticare.
Recensione
La morte, il corpo senza veli, quante tracce si lasciano del nostro passato.
Fortunata, è una ragazza come tante, con un solo scopo diventare pasticcera, ma quelle mani invece di impastare, farina, applica fard, e ogni sorta di soluzione per rendere i cadaveri presentabili. La Crepaldi, fa di
Fortunata, un ossimoro.
“ Un silenzio carico pieno di demoni si insinua tra noi.”
Suo malgrado, l’autrice la fa scendere negli inferi della società, le fa capire che lei, nonostante sia la miglior tanatoesteta della zona, la fa ragionare convincendola, che la vita poteva esserle avversa.
“Forse nascondiamo tutte le nostre fragilità.”
Il carattere del personaggio principale traendo le conclusioni è un misto traverso goffo, malinconico e fiducioso, una fiducia disarmante.
Le ruotano attorno attori di spessore, il Braghin Dante finanziere, il babbo
Emilio imprenditore della suddetta azienda di pompe funebri, edificata
proprio nel centro di una Chioggia, ancora pettegola e provinciale.
La nonna, la grande nonna di poche e schiette parole come lo sono i veneti.
“La morte xe sempre pronta, come le tole degli osti.”
Sono presenti nel romanzo piccoli inserti in dialetto, molto apprezzabili. Di sfondo popolano la vita della “fantolina”altre figure di spicco.
I sensi sono tutti presenti, si odora la morte, quando Fortunata cerca di
sistemare alla meglio i defunti, l’odore di quelle guantiere ricolme di dolci
minuziosamente assemblati. Gli sguardi al suo lui, irriconoscibile.
Il tatto con la manipolazione degli impasti, e quella in contrasto con la morte. L’udire il risuono dei vaporetti. Il gusto di bere il caffè fatto con le miscele della mitica nonna.
In tre parole
Dolcemente mortale
La parola da salvare
Guantiera
Voto
3.8
Cosa mi è piaciuto
Aver letto di questo lavoro, che non conoscevo.
Cosa mi è piaciuto meno
Ho trovato qualche discordanza nella narrazione. Inoltre coinvolgere una ragazza in una indagine, solo per lo scopo che aveva esperienza con il corpo dei morti, mi sembra un po' tirato per i capelli.
Titolo SKELETON
di
KATHY RICHS
Titolo Skeleton
Autore Kathy Reichs
Genere Thriller giudiziari
Pag 394
Anno 2008
Editore Libri Oro RCS
Trama presa dal web
Nel suo laboratorio di Montreal, Tempe Brennan, antropologa forense, studia le ossa dei morti a caccia di indizi che altrimenti sfuggirebbero agli investigatori. Sotto la luce fredda del neon è possibile trovare molte risposte, basta saperle cercare. Ma quando lo scheletro di una ragazzina, scomparsa molti anni prima, riaffiora all'improvviso, le certezze di Tempe vacillano sotto l'urto delle emozioni.
Copertina
Solo una parola “cranio”
Recensione
L’ultima frase della trama dice: Temperance, questo è il nome per intero ma tutti la chiamano Tempe, vacilla sotto l’urto delle emozioni. Molte se ne incontrano, pietà, amore, paura, rabbia. La patologa vine assalita spesso dalla rabbia, la rabbia di non riuscire a identificare tutti i casi che il suo capo le ha sottoposto. La rabbia della relazione che probabilmente lei ha mandato allo sfascio, e che l’ex è sotto i suoi occhi quotidianamente, la rabbia che a volte sua sorella Harry le fa salire, ma quella più dirompente e che fa da filo conduttore è quella di poter trovare la sua amica d’infanzia.
Inoltre Tempe, non deve combattere solo con tutti questi marasmi emotivi, ma anche per la lingua, siamo tra il Quebek, e le terre di arcadia, dove si parla il francese, l’inglese e l’arcadiano, ma nessuna di loro è parlata e scritta correttamente. Proprio per questo ritengo che nelle varie spiegazioni, di come si dice o si scrive cosa, la traduzione in italiano perde molto.
Calzanti tutti i personaggi, rispecchiano a meraviglia il proprio ruolo, come le descrizioni approfondite, sembra di camminare con Tempe e Ray, oppure essere in quella casa strana di Obeline.
La peculiarità di questo romanzo sono negli approfondimenti della patologa che deve catalogare tutto, tanto che per ogni sguardo che regala a ogni frammento d’osso, riflette e fa ipotesi, tante ipotesi, di come potrebbe essere morto o a chi possa appartenere quel resto.
Molto interessate i dialoghi, secchi, senza fronzoli, l’essenziale. Tanto che a volte è caratterizzato solo da una parola puntata. Peccato che i pensieri non siano in corsivo, ma siccome è in prima persona, si individuano facilmente.
Aggettivo da regalare al libro.
ansiogeno
Parola da salvare.
diatomee
Voto
4
Pro
Trama avvincente
Contro
Forse con la traduzione ha perso quella parte della vicenda che tratta i dialetti e le lingue.
Come da mia abitudine qualche frase tratta dal libro.
“...la morte riguardava gli anziani, vecchie zie con nodose vene blu e pelle traslucida, non poppanti dalle guanciotte rosee.”
“Un spruzzata di lentiggini color zenzero su un naso bruciato dal sole”
Gioco di sangue
di
Giannicola
Nicoletti
Titolo Gioco di Sangue
Autore Giannicola Nicoletti
Genere thriller storico
Pagine 243
Anno 2022
Sinossi presa dal web
Adam è sempre stato un ragazzo diverso, uno a cui non si presta molta attenzione. Del resto, nella Germania degli anni '30 si impara subito a vivere sottovoce. Solo tu puoi farlo: c'è un motivo se ti chiamano Bluthund.
Il Detektiv Frank Braum non ha simpatia per il regime del Terzo Reich; dovrà aggirare il sistema per raggiungere il suo obiettivo.
Troppe persone stanno scomparendo, quasi tutte di notte, e qualcuno più in alto di lui reclama il suo aiuto.
Frank è Bluthund, il segugio: fiuta la preda e non si arrende mai.
Ma non sa ancora che il suo nemico obbedisce al sangue, al fascino di quel caldo liquido rosso.
Copertina
Scorrendo tra molte copertine, mi sono soffermata su questa. Lineare, pulita, pochi colori, ma precisi e attinenti al genere.
Recensione
La prima informazione, che ritengo importante, non è una lettura per tutti.
L’autore sente il bisogno di avvertire il lettore che queste pagine
potrebbero urtare la sua sensibilità. Lo avvisa tramite la prefazione dove
lo argomenta ampiamente.
Poi si arriva alla dedica che una scrittrice ha lasciato per lui.
Infatti chi ha vergato questo pensiero, ha la scrittura forte e violenta.
Le voci, rigorosamente in prima persona, che si alternano in questo teatro, sono due. Il detective Frank Braum detto “Bluthund” segugio.
“Non era facile da notare, ma ero molto attento ai dettagli, il mio soprannome non era casuale.”
e quella del serial Killer.
“La lama era così affilata che penetrò nell’organo della suzione senza trovare alcuna resistenza e la ferita iniziò a sanguinare solo alcuni secondi”
Le immagini che dividono i capitoli, per riprendere il respiro, sono
mirate e impattanti.
Attorno un momento difficile per una Europa che sta mutando che
sta affrontando i soprusi delle SS, le deportazioni i coprifuoco.
“Se qualcuno si muove furtivamente in piena notte è perché ha qualcosa da nascondere. Io credo sempre che si tratti di qualche cospirazionista o una spia o, peggio ancora, di un traditore!”
Il Giannicola si destreggia bene, riesce a farci immergere in quell’epoca e nel contempo camminare assieme al “segugio” per scoprire
tutte le atrocità che l’assassino senza cuore, infligge alle vittime.
Sono 243 pagine che scivolano e si ingurgitano a fatica, per ogni pagina un colpo di scena, per ogni pagina, una graffiante descrizione che porta la fantasia verso abissi perversi e pregni di feroce cattiveria.
In due parole
Schiettamente crudo
Conclusioni
Per lettori già navigati del genere noir/thriller
VOTO
3.8
Pro
La scorrevolezza, e la straordinaria precisione nel raccontare tutte le scene, tanto che sembrava di essere lì.
Contro
Ho riscontrato alcune sequenze poco chiare.
Qualche domanda per l’autore Giannicola Nicoletti.
Alcune dinamiche, come scritto sopra, non mi sono chiare. Ad esempio
quando Adam mette in bocca il suo dito, la vittima poteva morderlo,
credo possa essere una reazione ovvia, invece no.
Altra curiosità. Nell’episodio quando Walt gli dice di prendere la sua auto
e fuori c’era il colonnello che volevano controllare. L'azione è molto fumosa, non si capisce se la finestra è chiusa o meno. Come hanno fatto a parlare tra loro, intendo tra Walt e Franck?
Mi sarebbe piaciuto che le vite di tutte le vittime fossero più approfondite. Certo poteva arrivare a cinquecento pagine, ma la scrittura c’è e secondo me si entrava ancora meglio nella psiche del lettore, perché con l’appagamento della curiosità e l’atrocità in seguito, ne traerebbe soddisfazione. Ovvio lettura solo per gli addetti ai lavori.
Quanto sforzo per scrivere di un personaggio e dell’altro?